La musica intrisa di eleganza del Modern Jazz Quartet

E’ stato detto che John Lewis creava la musica del Modern Jazz Quartet pressapoco come Duke Ellington creava la sua per la propria orchestra. Teneva conto, cioè, della personalità, della voce strumentale, dello stile di ciascuno dei componenti del gruppo, praticamente insostituibili come lo erano i pilastri della formazione ellingtoniana, e li integrava fra loro in modo ammirevole, conciliando la libertà espressiva dei solisti improvvisatori con le esigenze di forma delle composizioni. Si serviva insomma del suo complesso come di uno strumento, messo a punto, con pazienza e amore, nel corso dei vari anni.

Non è la sola analogia esistente fra i due musicisti. Entrambi hanno saputo tenere unite per decenni le loro compagini, che hanno rappresentato, agli occhi dei più, tutto ciò che nel jazz c’è di “rispettabile”; entrambi poi hanno seguito la propria strada senza curarsi troppo, se non agli inizi di carriera, di ciò che accadeva intorno a loro, nel mondo della musica afro-americana. Ancora: nonostante il prestigio dei loro nomi e l’importanza della loro opera, si potrebbe prescindere dal loro contributo nel descrivere l’evoluzione dle jazz. Infatti nella ricostruzione di quella lunga catena di cause e di effetti di stili, di concezioni, di tendenze, di metodi, in quella ininterrotta sequenza di capiscuola e di discepoli in cui può essere sintetizzata la sua vicenda, è possibile fare astrazione dalla musica di Lewis esattamente come da quella di Ellington, giacché nessuna delle due ha influito sul suo corso. Sia l’una che l’altra hanno tuttavia contribuito in modo notevolissimo a elevare la qualità del jazz, indicando a tutti nuovi traguardi, stabilendo termini di confronto.”

Questo stralcio qui riportato della introduzione al capitolo John Lewis scritto da Arrigo Polillo nel suo “Jazz- la vicenda e i protagonisti della musica afro-americana” è quanto mai significativo di ciò che rappresenta e ha rappresentato la creatura musicale di John Lewis, ossia il Modern Jazz Quartet. Forse oggi si potrebbe fare qualche osservazione più specifica sul concetto espresso di “rispettabilità” del jazz (rispetto a cosa e a quale cultura?) e su come occorrerebbe valutare come non secondario nella evoluzione del jazz il basilare contributo di materiale compositivo per l’improvvisazione fornito dalle due grandi figure musicali messe a confronto analogico.

Al di là di questo, Polillo aveva centrato il punto, anche se la successiva descrizione di un John Lewis “sbiancato” nella proposta rispetto alla propria cultura afro-americana, perché innamorato della grande tradizione musicale europea regge sino a un certo punto, in quanto la sua discografia pullula di blues e di una sua originalissima interpretazione, poiché egli è stato un grandissimo interprete del blues, per quanto comunicato in termini musicali essenziali ed eseguito in modo elegante, con grande senso della forma.

Ne è una dimostrazione il brano che sto per proporvi, tratto da un bel disco molto sottovalutato inciso nei primi anni ’70 per l’Atlantic e intitolato The Legendary Profile. Una composizione del leader intrisa di blues che si esibisce in una meravigliosa improvvisazione del tipo appena descritto. Un musicista e un gruppo oggi quasi dimenticati dai più, forse per i motivi a cui ha accennato lo stesso Polillo, ma che merita una dovuta riscoperta. Buon ascolto.

Un pensiero su “La musica intrisa di eleganza del Modern Jazz Quartet

  1. È sempre un piacere ascoltare John Lewis con il Modern Jazz Quartet e non solo.
    Posso comprendere alcune considerazioni di Polillo, ma stento a credere che John Lewis abbia cercato di accreditarsi presso una certa intellighenzia eurocolta. Semplicemente amava far convivere il blues e gli stili del jazz moderno con la musica europea, in primis Johann Sebastian Bach.
    Da quel che riscontro, la sua fama resta imperitura negli Stati Uniti. Sottolinerei l’enorme contributo dei suoi sodali, in particolare di Milt Jackson, la cui importanza è, se non pari, molto vicina a quella di John Lewis.

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